Camelia
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Oggi, per te, una Camelia Sasanqua. 

Tra le piante da giardino sempreverdi, ciò che caratterizza e impreziosisce le numerose tipologie di camelia sasanqua è la sua capacità di adattamento: virtù che insegna, e che la rende sempre e comunque bellissima.

Una peculiarità meravigliosa per piante da fiore così belle e con un aspetto così delicato. Un arbusto che impiega anni per raggiungere le loro dimensioni medie ma che sono capaci di crescere fino ai tre – quattro metri. Presenta un fogliame verde intenso e lucido. I suoi fiori sono dotati di un colore che può variare dal bianco al rosato e possono essere semplici o semidoppi. La camelia sasanqua fiorisce tra l’autunno e l’inverno inoltrato, invadendo il vostro giardino di fiori eleganti durante le stagioni più fredde. Questa sua bellezza, unita alla facilità della coltivazione, le ha rese piante diffusissime nei nostri giardini.

Manutenzione e cura

Si suggerisce di collocare la camelia sasanqua in zone in cui la luce del sole è filtrata dal fogliame di altre piante. Se, però, si vive in zone in cui le temperature sono fresche anche nel periodo estivo, è possibile collocare la pianta anche in pieno sole.Il terreno che si sceglierà deve essere fresco e drenato, arricchito con sostanze organiche e privo di calcare. Con queste condizioni, sarà sufficiente una buca, di poco più grande della zolla, per procedere con l’impianto

Simbologia e significato

Nella tradizione cinese, i morbidi petali dolcemente arrotondati della camelia sono simbolo di massima raffinatezza, perfezione ed eccellenza per la loro posizione in simmetria, oltre a esprimere l’attaccamento amoroso di lunga durata. Incarnano anche l’essenza di una ragazza che ha scelto di affidarsi alla protezione del giovane amato, rappresentato dal calice che supporta il fiore. Petali e calice si distaccano insolitamente insieme dalla pianta dopo che il fiore è appassito, invece di scivolare a terra un petalo dopo l’altro, caratteristica per cui le camelie sono assunte, in Cina, quali rappresentative dell’unione perfetta e della devozione eterna tra innamorati, mentre si caricano del significato negativo di ‘vita spezzata’ in Giappone. I giapponesi comunque apprezzano molto questa pianta autoctona (‘Camellia japonica’, ‘Rosa del Giappone’) per i fiori stracolmi di petali che si schiudono molto precoce nel tardo inverno. In Corea, la fioritura prolungata per alcuni mesi della nativa camelia è assunta a dimostrazione di persistenza dell’amore e della devozione, così che di sovente è inserita nei bouquet e nelle decorazioni nuziali. E’ quindi un fiore adatto ad essere regalato ai propri cari, suscita grande effetto quando viene inviato da un ammiratore segreto, mentre porge un messaggio di buona fortuna quando è donata a un uomo.

La Camelia: un po’ di storia

La pianta cespugliosa di camelia, originaria dell’Asia sud-orientale e dell’est, dall’Himalaya fino al Giappone e all’Indonesia, si diffuse in tutto il mondo, inizialmente per le pregiate foglie utilizzate per preparare il tè. In seguito alla grande richiesta europea di questo infuso, irlandesi, inglesi, olandesi, francesi, portoghesi tentarono invano di impiantarla nei loro rispettivi territori per non continuare a doverla importare. Le diverse condizioni climatiche non lo consentirono così che, in Europa, l’interesse fu dirottato sulla specie ornamentale dai fiori traboccanti di petali sovrapposti e duraturi. Alcune varietà sono utilizzate nella medicina tradizionale cinese in caso di asma, problemi cardiaci e infezioni batteriche sin dall’epoca della dinastia Shang (ca. 1600 a.C.- ca.1046 a.C.). I germogli e le foglie di ‘Camellia sinensis’ vennero impiegate, per la prima volta, per preparare la tisana tonificante denominata ‘tè’ sotto la dinastia cinese Zhou (XII-III secolo a.C.). Tuttora vengono raccolti e trattati in diversi modi per ottenere diversi tipi di tè (bianco, verde, nero, oolong), mentre si impiegano i ramoscelli e gli steli per ottenere il tè Kukicha. In passato, i semi venivano utilizzati per estrarre olio per le lampade e per i capelli.

Le camelie erano il fiore preferito e inseparabile di Marguerite Gautier, la prostituta di lusso francese protagonista del romanzo ‘La signora delle camelie’ (La Dame aux camélias) scritto nel 1848 da Alexandre Dumas figlio ispirandosi alla triste storia della sua amante, Marie Duplessis (Alphonsine Plessis), conosciuta nel 1844 e deceduta tisica, tre anni dopo, all’età di ventitré anni. Il dramma d’amore contrastato e ad epilogo funesto tra Marguerite, malata di tubercolosi, e il giovane borghese Armand Duval commosse i lettori diventando immediatamente un successo. Dumas lo traspose in una versione teatrale, che andò in scena per la prima volta a Parigi nel 1852, con il ruolo principale affidato alla celebre Sara Berhnardt, che lo replicò a Londra, lungamente a Broadway e che interpretò anche il film dal titolo omonimo nel 1911. In seguito fu riproposto in innumerevoli edizioni nei teatri mondiali con attrici famose, come Eleonora Duse. A sua volta, Francesco Maria Piave trasse ispirazione dal romanzo per scrivere il libretto de ‘La Traviata’ (1853), melodramma in tre atti magistralmente musicato da Giuseppe Verdi, con i protagonisti rinominati Violetta Valéry e Alfredo Germont. All’inizio di quest’opera lirica, Violetta porge una camelia (il suo fiore preferito) ad Alfredo in risposta alla sua dichiarazione d’amore, poi i due si rivedranno quando sarà appassita. La storia del romanzo di Dumas venne ripresa in balletti – tra i quali ‘Marguerite et Armand’ di Frederick Ashton per Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn, nel 1963 – e opere televisive, ma soprattutto fu oggetto di circa una ventina di adattamenti in versione cinematografica in numerosi Paesi e diverse lingue. Dopo il primo film per la regia di Viggo Larsen nel 1907, tra gli altri è rimasta memorabile l’interpretazione della coppia dei protagonisti Greta Garbo e Robert Taylor nella pellicola cinematografica ‘Il romanzo di Marguerite Gautier’ (Camilla) con la regia di George Cukor, nel 1936, ma sono da menzionare anche ‘La Signora delle camelie’ (1953) diretta da Michelangelo Antonioni con Lucia Bosè e Gino Cervi, e il libero adattamento ‘Moulin Rouge!’ (2001) di Baz Luhrmann, con Nicole Kidman ed Ewan Mc Gregor.

Per la sobrietà, la regolarità e la perfezione che caratterizzavano i suoi petali bianchi, la camelia fu prediletta dalla stilista francese d’avanguardia Coco Chanel (1883-1971). Emblema del desiderio profondo dell’amata e di cuore acceso di passione, fu il primo fiore avuto in regalo dal suo amante inglese Arthur Edward (‘Boy’) Capel (1881-1919), un influente politico, intellettuale e giocatore di polo, finanziatore della sua prima boutique a Parigi. La camelia, bianca e ‘proibita’, perfettamente calzante al gusto di provocare con ambiguità dell’androgina Gabrielle Bonheur ‘Coco’ Chanel, diventò il suo simbolo, appuntato sul bavero della giacca e, senza tempo, rimase quello della Maison parigina. Tuttora, la camelia di Chanel è uno degli emblemi più riconoscibili, insieme con la doppia C rovesciata, leit motiv predominante nelle collezioni, riproposta colorata, in stoffa, in pelle, in materiale plastico e in oro con diamanti o pietre preziose.

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